Diversi studi hanno dimostrato il legame esistente tra perdita dell’udito e demenza.
In un report pubblicato di recente da The Lancet (2020) è stata ribadito come la perdita di udito sia uno dei principali fattori di rischio per la demenza: nello studio viene evidenziato come una lieve perdita dell’udito raddoppia il rischio di demenza, una perdita uditiva moderata ne triplica il rischio, mentre una grave compromissione dell’udito aumenta fino a 5 volte questo rischio.
Seppur non vi è una correlazione diretta, i ricercatori hanno evidenziato come spesso esista un collegamento forte.
Sono state inoltre postulate tre teorie che cercano di spiegare la correlazione tra perdita dell’udito e declino cognitivo:
Teoria del carico cognitivo: secondo cui l’ipoacusia (perdita dell’udito) mette sotto sforzo il cervello durante l’elaborazione dello stimolo uditivo riducendo le risorse cognitive disponibili per svolgere altri compiti.
Teoria dell’isolamento sociale: individua come fattore di rischio per la perdita delle funzioni cognitive la solitudine, conseguenza molto diffusa tra chi soffre di ipoacusia.
Teoria della causa comune.: alcuni studi sostengono che alla base di entrambi i disturbi potrebbe agire una stessa patologia, come ad esempio il diabete o un danno vascolare, che con tempi e modalità differenti colpisce sia la funzione uditiva che quella cognitiva.
Le persone con ipoacusia tendono a sentirsi isolate, faticano a partecipare alle conversazioni o socializzare con gli altri a causa dei loro problemi uditivi.
L’isolamento, in tal senso può accelerare il presentarsi di difficoltà cognitive. Inoltre il maggior impiego di risorse cognitive usate per compensare la perdita ed elaborare il suono che viene mal percepito, affatica il cervello e ingaggia risorse che non sono più disponibili per altri compiti.
Minori stimoli percepiti si traducono poi in minori stimolazioni cognitive e un più rapido declino cognitivo.
COME INTERVENIRE?
Lo studio ha rivelato che anche piccole perdite di udito potrebbero mettere a rischio le persone, quindi la protezione dell’udito, gli esami e l’uso di apparecchi acustici possono essere modi importanti per ridurre il declino cognitivo.
Se sospettiamo che il nostro caro soffri di ipoacusia possiamo convincerlo a sottoporsi ad esame audiometrico, spiegando in che modo l’ipoacusia può influire sul suo equilibrio, essere causa di cadute, di affaticamento mentale, frustrazione ed isolamento sociale.
La demenza e la perdita dell’udito sono problemi globali: nel mondo ci sono circa 466 milioni di persone con ipoacusia e circa 50 milioni di persone con demenza. Dato che le due condizioni sono collegate, il trattamento della perdita dell’udito in tutto il mondo potrebbe essere un modo per ridurre il rischio di demenza.